Banche, si arresta il calo delle sofferenze: crediti deteriorati saliti a quota 18 miliardi.

BOLLETTINO ABI – Dopo il minimo storico di 15,3 miliardi di settembre, i crediti deteriorati hanno cominciato a riformarsi, con una media di un miliardo al mese: 16,7 miliardi a ottobre e 17,6 miliardi a novembre. E le aspettative per dicembre non sono di un miglioramento.

La curva di progressiva flessione delle sofferenze nette bancarie, in atto dal 2016, nell’ultimo trimestre del 2021 ha invertito il trend. Il fenomeno di costante calo in corso ormai da 7 anni (nel 2016 la cifra record di 85 miliardi) si è arrestato: dopo il minimo storico di 15,3 miliardi di settembre, da ottobre i crediti deteriorati hanno cominciato a riformarsi, con una media di un miliardo al mese (sempre in termini di sofferenze nette): 16,7 miliardi a ottobre e 17,6 miliardi a novembre. E le aspettative per dicembre non sono di un miglioramento. È il segnale che non si tratta di un arretramento momentaneo ma di un nuovo trend.

L’attenzione sul fenomeno dei crediti deteriorati è alta, anche perché il processo di ripresa della formazione di Npl si è manifestato quando ancora le misure a supporto della liquidità, moratorie e prestiti garantiti, erano in essere. Tra l’altro analizzando l’andamento delle sofferenze nette si coglie il dato (che è comunque quello rilevante) del credito al netto degli accantonamenti. Ma questo vuol dire che il valore assoluto sugli Npl lordi è molto più consistente (qualcosa sopra i 30 miliardi).Le autorità di vigilanza italiane ed europee hanno più volte messo in guardia gli istituti di credito sull’aspettativa di una ripresa della formazione degli Npl dopo la crisi portata dalla pandemia. A quanto pare il momento sembra proprio arrivato. La riclassificazione dei crediti, pur in presenza delle misure di supporto, è probabilmente legata al fatto che, nonostante la ripresa nel 2021, ci sono settori che sono rimasti in difficoltà mentre l’attesa fine della pandemia, purtroppo, tarda a arrivare. D’altro canto nel corso del 2021, nonostante la proroga delle garanzie pubbliche, sono stati introdotti meccanismi di phasing out che hanno prodotto degli effetti. La proroga delle moratorie a partire dal giugno 2021 era stata consentita solo per la quota di capitale. Per cui ci sono casi di imprese che non sono riuscite a riprendere il pagamento degli interessi e quei crediti sono stati riclassificati come deteriorati. Così come ci sono finanziamenti garantiti che sono finiti in default. Va ricordato che la presenza di garanzie pubbliche solleva gli istituti di credito dal rischio di perdite elevate, perlomeno per la parte garantita. Nel caso di moratorie garantite dallo Stato questa quota è pari al 33 per cento, per una somma complessiva che il fondo per le Pmi (controllato da Mcc) ha stimato in 27 miliardi, a fronte di coperture per 8 miliardi. Quindi circa 19 miliardi sarebbero sulle “spalle” delle banche. Ci sono però anche molti prestiti finiti in moratoria che avevano già la garanzia del fondo (circa 36 miliardi in tutto) e che sono andati in moratoria: in quel caso la copertura è pari a quella del finanziamento, in media l’80% per i prestiti Covid oltre i 30 mila euro. Si sa che a fine dicembre, data della scadenza delle coperture pubbliche sulle sospensioni, circa 36 miliardi di prestiti in moratoria risultavano non aver ripreso i pagamenti. In quel bacino sicuramente ci saranno molti degli Npl che si formeranno nel 2022.

Banca Ifis, 3,7 miliardi di euro in NPL unsecured nel 2021.

Banca IFIS – ha comunicato di aver chiuso il 2021 con 3,7 miliardi di euro di acquisti di crediti non performing. Di conseguenza, la banca quotata al MidCap ha raggiunto una quota di mercato pari al 52%, in aumento rispetto al 34% del 2020 nel segmento unsecured retail e coporate che nel 2021 ha registrato, complessivamente, transazioni per 7 miliardi di euro di crediti Npl. Il portafoglio NPL di Banca Ifis ha un valore nominale pari a 21,9 miliardi di euro, a cui si aggiungono 3,4 miliardi in gestione conto terzi per un ammontare complessivo di 25,3 miliardi di euro di valore nominale.

Crediti deteriorati, Fondo Back2Bonis cresce ancora grazie a nuovo apporto.

TELEBORSA – Il Fondo Back2Bonis, primo fondo in Italia per la gestione di crediti immobiliari UTP (Unlikely to Pay) multi-originator, cresce ancora grazie a un conferimento di 124 milioni di euro da parte di Iccrea Banca, CRA Binasco e di un primario bancario italiano. Il totale dei crediti gestiti supera così gli 1,1 miliardi di euro, confermando il primato sul mercato italiano. Il Fondo, ricorda una nota, consente ai partecipanti di beneficiare del potenziale recupero di valore delle posizioni tramite la valorizzazione delle quote detenute nel Fondo stesso, oltre ad agevolare il processo di turnaround delle imprese debitrici grazie alla nuova finanza che il Fondo stesso può erogare.

AMCO (società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e primario operatore nella gestione dei crediti deteriorati) agisce come Master e Special Servicer e il gruppo Prelios come gestore del Fondo, partner Real Estate e Special Servicer per la gestione dei crediti con sottostante leasing immobiliare. Il Fondo Back2Bonis, avviato alla fine del 2019, ha ricevuto apporti di varie banche tra cui Intesa Sanpaolo, UniCredit Leasing, Banco Desio, Banca Monte dei Paschi di Siena, MPS Capital Services, UBI Banca, AMCO, Banco BPM, BPER Banca oltre ai nuovi ingressi Iccrea Banca e CRA Binasco.

NPL, sono ancora qui: chi supera l’esame dei debiti.

CORRIERE DELLA SERA – Se con l’incombere del Covid gli Npl erano stati congelati, il ritorno alla normalità sta per renderli di nuovo protagonisti della vita finanziaria italiana. Secondo quanto riportato da Stefano Righi per l’Economia del Corriere della Sera, la preoccupazione sui crediti deteriorati è diventata nuovamente concreta.

“Se è vero che i crediti in moratoria sono passati dai 280 miliardi del marzo 2020 ai 147 miliardi di dicembre 2020 fino ai 71 miliardi del settembre 2021, la scadenza dei provvedimenti di sostegno è vista come il vero grande test per l’economia italiana”.

Banche, arriva l’ondata dei crediti a rischio: per l’Italia stock fino a 180 miliardi nel 2022.

IL SOLE 24 ORE – I crediti deteriorati delle banche sono in aumento in tutta Europa. Lo scrive Carlo Festa su Il Sole24Ore, riprendendo uno studio di Kpmg sul mercato continentale dei cosiddetti non-performing loans (Npl). “L’Italia, dopo aver ridotto lo stock di Npe (non-performing exposures) fino a circa 70 miliardi nel primo semestre del 2020, dovrebbe registrare un nuovo consistente incremento di Npe nel 2022” fino a 180 miliardi di euro, si legge sul quotidiano di Confindustria. Un trend in ascesa che si prevede anche per Francia (120-170 miliardi di euro) e Spagna (100-120 miliardi di euro) e il cui ritardo si spiega con le misure di sostegno economico adottate per arginare gli effetti depressivi dei lockdown.  Dal 2015 il mercato degli Npl in Italia ha generato un volume di affari da 240 miliardi di euro, con picco nel 2018 (83,3 miliardi di euro) e una successiva riduzione, fino a 36,5 miliardi di euro, nel 2020. Nel 2021 si prevede un ulteriore ridimensionamento. “Gli istituti di credito potrebbero focalizzarsi sulla cessione di vecchi portafogli di crediti, in attesa di definire come gestire la nuova ondata di Npe”, si legge sul quotidiano.